Descrizione
E’ il centro più popoloso del Comune di Minucciano ed è situato ai piedi del Monte Pisanino. Si estende lungo la valle dell’Acqua Bianca ad un’altezza di 690 m. slm. Il borgo vanta antichissime origini e viene menzionato per la prima volta in un contratto di vendita del 793, durante il regno franco di Carlo Magno e di suo figlio Pipino il Breve.
Originariamente il paese sorgeva intorno all’antico Castello di origine longobarda, posto su di un’altura che gli abitanti chiamano tuttora "Casa" e che si trova poco distante dall’attuale nucleo abitato che un tempo ospitava solo le capanne per il ricovero del bestiame e dei foraggi. L’abbandono dell’antico insediamento fu graduale nel tempo, ma divenne definitivo in seguito al terremoto del 1920 ed oggi è possibile accedervi per visitare l' antico cimitero, la Chiesa Vecchia, oggetto di un prezioso intervento di restauro ed ampliamento grazie al lavoro di un gruppo di volontari negli anni ‘80 ed il Museo dell’Identità dell’Alta Garfagnana Olimpio Cammelli.
Nell’odierno centro abitato si trovano, invece, il piccolo Oratorio di Sant’Antonio e la Chiesa dei Santi Giusto e Clemente, patroni del paese, costruita fra il 1933 e il 1935, ove sono conservati gli altari di macigno ed altri arredi precedentemente appartenuti alla Chiesa Vecchia.
Di grande rilievo artistico è l’affresco, raffigurante il Cristo morente, opera del maestro Pietro Annigoni, conservato all’interno della Cappella Pancetti nel nuovo cimitero paesano.
Dal 1900 la storia di Gorfigliano è coincisa soprattutto con quella dell’escavazione nel bacino marmifero dell’Acqua Bianca, che in passato è arrivata ad occupare direttamente oltre mille operai e che ancora oggi rappresenta una fetta importante dell’economia locale. Strettamente legata alle cave di marmo è una delle maggiori feste del paese: la "Madonnina dei Cavatori", la cui celebrazione avviene la prima domenica di agosto ed è preceduta, il sabato sera, da uno spettacolo pirotecnico che raduna moltissimi spettatori.
Altra manifestazione, anch’essa molto sentita e di origine antichissima, è quella dei "Natalecci", imponenti costruzioni cilindriche realizzate tramite la "tessitura" di rami di albero attorno ad un’alta pertica, che mettono in competizione i rioni del paese e le frazioni vicine e a cui viene dato fuoco la sera del 24 dicembre alle ore 18.